Bastardini&Co.
Storie vere di cani
La storia di ...
Salve amici, io sono Carolina, Sasha, Giulia ...no, no, non vi sto prendendo in giro, è proprio così, questi sono solo alcuni dei miei tanti nomi. Siete curiosi di sapere come mai? E va bene, allora aprite bene le orecchie. Ero nata da pochi giorni e stavo dentro la comoda cuccia che la mia mamma aveva costruito con dei grossi cartoni. E si, la mia mamma mi voleva proprio bene ed ero molto felice, adoravo le mie lunghe ciucciate di latte e quando c'era freddo era bello trovare riparo sotto la sua morbida pancia. Un giorno si avvicinò a me una signora. Aveva del cibo in mano, mi accarezzò delicatamente e mi disse: "avanti Carolina, mangia la pappa!" Venne pure nei giorni |
seguenti e, tutte le volte, si rivolgeva a me dicendo Carolina. Capii allora che quello doveva essere il mio nome.
Come si sa, i cuccioli sono molto curiosi e appena fui in grado cominciai ad esplorare il quartiere dove ero nata e dove tuttora vivo. Durante uno dei miei giri sentii una voce che gridava: "Giulia, Giulia, vieni qui, guarda che ti do". Attratta da quel richiamo mi voltai e vidi un bambino con un osso in mano. Mi guardai attorno e visto che non c'era nessuno, con somma gioia, capii che quel boccone prelibato doveva essere il mio. Rividi quel bambino tante altre volte e memorizzai che "Giulia" era il nome con cui si rivolgeva a me.
Suppongo che avete già capito come è andata con tutti gli altri miei nomi e ormai penso che sia chiaro per tutti che io sono una randagia. La mia casa è il quartiere in cui vivo e la mia famiglia sono tutte le persone gentili che incontro durante le mie giornate.
A proposito di persone gentili devo dire che non sempre va tutto bene. C'è un brutto omaccione che ogni volta che mi vede incomincia ad agitarsi e urlare. Appena lo incontro fuggo a gambe levate, ho già sperimentato una volta un suo calcio e non intendo ripetere l'esperienza.
Gli uomini sono proprio imprevedibili, a volte li apprezzo per la loro generosità e gentilezza, altre proprio non so cosa pensare, come quella volta che un gruppo di ragazzini, senza che io li avessi in alcun modo infastiditi, cominciò a prendersela con me lanciandomi delle pietre.
E' per questo motivo che ho imparato ad essere un po' guardinga. Prima di avvicinarmi ad uno sconosciuto lo fisso negli occhi e cerco di fiutarne le intenzioni, e se percepisco un piccolo movimento sospetto fuggo senza esitazione.
Un vecchio cane che ho una volta conosciuto mi ha spiegato che alcuni uomini scaricano la propria rabbia su noi randagi e questo per sentirsi più forti. Ma, credetemi bambini, non è così che si misura la forza di un uomo, ma dalla capacità che ha di produrre pensieri propri e dalla determinazione con cui riesce a perseguire i propri obiettivi. Pertanto, se vedete qualche compagno che tratta male un animale, per favore, aiutatelo a riflettere; ciò lo aiuterà a crescere.
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